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giovedì 13 febbraio 2014

Grazie mille Massimo, il tuo commento è risultato molto attento e sicuramente competente. Mi rendo conto che molti concetti sono stati affrontati in maniera non dettagliata, ma mi sembrava fossero di più facile comprensione per un pubblico che casomai non ha mai sentito parlare di demenza. Ti ringrazio ancora tanto, anche per il consiglio di lettura che prenderò in seria considerazione. Mi permetto di prendere spunto da te  e consiglio questa volta un film : "A spasso con Deasy", molto carino e "Iris: un amore vero. Non sono proprio recenti, ma molto pertinenti e permettono di vedere e comprendere in modo chiaro che cos' è la demenza e in questi casi la Demenza di Alzheimer.

giovedì 6 febbraio 2014

Oggi mentre svolgevo il mio lavoro, ho avuto il modo di osservare direttamente (perchè a volte certe dinamiche accadono quando gli operatori non sono presenti o occupati con altri ospiti), una discussione tra due delle ospiti che seguo nel nucleo ad alta protezione; un nucleo studiato appositamente per la sicurezza delle persone affette da demenza. Una signora ha accusato un'altra senza nessun motivo di aver commesso dei fatti che effettivamente non sono avvenuti. Questo succede spesso però quello che mi ha un pò disorientato e fatto riflette è che quello che diceva sembrava un vero e proprio minestrone di eventi forse successi nel passato di questa signora ma in momenti diversi.Ho pensato: ma come funziona il cervello in questi determinati momenti? E' possibile che tutto quello che pensiamo di sapere, tutta la nostra memoria che alla fine dei conti rappresenta quello che siamo sparisca così?

giovedì 30 gennaio 2014

Importante è sicuramente anche quello che il famigliare prova, le sue emozioni, le speranze, le paure che si trova a gestire dopo che è stato informato delle condizione mediche del proprio genitore. Quello che secondo me deve essere ricordato, è che non bisogna vivere tutto da soli. Molto spesso succede che si tenda a non voler fare i conti con quella realtà così dura che ti ha cambiato la vita e che sai benissimo che resterà tale. Ma è importante saper che ci sono delle figure professionali adeguatamente formate che possono aiutare a vedere la situazione con una chiave di lettura diversa, che non deve per forza essere sempre negativa ed offrono inoltre sostegno e ascolto. Ma anche il famigliare, da parte sua, può aiutare i servizi che accompagnano la famiglia in questo nuovo percorso di vita, a capire e conoscere la storia e il vissuto dell'ammalato. Insieme, famiglia e rete di servizi, possono creare un rapporto che aiuta sia il paziente che la sua famiglia a vivere in maniera decorosa e non solo dolorosa questo passaggio, accompagnando entrambi in tutte le difficoltà e gioie che inevitabilmete incontreranno.
Rispetto a questo argomento, ho pensato a come in una situazione del genere avrei potuto reagire io. A mio favore posso dire che conoso già un pò i meccanismi di questa malattia e quindi a grandi linee saprei già cosa aspettarmi. Pensando anche al fatto che probabilmente può succedere che il mio caro non mi riconosca neanche, penso che sicuramente soffrirei, ma che cercherei comunque di ricordare sempre che quella persona che sta di fronte a me non smette di essere la mia mamma o il mio papà ma che in certi momenti non ricorda chi è o chi sono io. Semplicemente questo, non ricorda, non ci ricamerei sopra una storia rispetto al perchè non si ricorda della sua amata figlia. Prenderei per buoni tutti quei momenti in cui è presente nella relazione con me e lascerei correre quando invece non ricorda. E' vero, se non ci si passa realmente non si può mai dire, questa è solo una riflessione e per giunta anche abbastanza razionale, poi si sa che i sentimenti e le emozioni prevalgono e vanno gestiti. Devo essere sincera spero non mi accada mai di vedere i miei genitori o parenti affetti da una demenza. La demenza qualunque essa sia è veramente una brutta malattia per tutti quelli che la vivono.